Non tutti hanno la mia fortuna: creare e organizzare una attività con il supporto (gratuito) di un imprenditore con quasi quarant’anni di esperienza.
Il “consulente” in questione? Mio papà.
C’è il suo zampino in tutto. Da come scrivere un business plan a come utilizzare un software di gestione del magazzino. Dalla tenuta della contabilità alle strategie di vendita. Fino a quanto ci sia di più importante per un giovane che si affaccia al mondo dell’imprenditoria: i buoni consigli. Quelli che ti dà solo chi ne ha viste tante, ma tante. Quelli che di retorica non hanno niente, pragmatici al cento per cento.
La domanda più stimolante che mi ha fatto è arrivata tagliente e inaspettata: ti sei mai chiesta perché si chiama IMPRESA?
No, papà, non me l’ero proprio domandato. Ma ora che mi ci fai pensare una teoria in merito ce l’avrei. Forse perché le difficoltà sono all’ordine del giorno? Forse perché l’imprevisto – agghiacciante e non immaginabile – è in agguato dietro l’angolo? Oppure perché ce n’è fin troppa di gente pronta a pugnalarti alle spalle?
Fare l’imprenditore, per quel che ho capito con la mia esperienza, significa quindi essenzialmente questo.
Trovarsi di fronte alla peggiore delle situazioni, avvertire fin nel più piccolo capillare il rischio di potersi sgretolare da un momento all’altro, percepire quanto ogni piccola mossa possa distruggerti.
Fregarsene. E andare avanti come arieti.
Per l’infuso al tè verde, basilico e cannella
Fai bollire l’acqua, metti in infusione per 10 minuti massimo tutti gli ingredienti. Dolcifica a piacere con miele di tiglio, balsamico e rinfrescante.
N.B. Questa non è una ricetta. Non ci vuole un concorrente di Bake Off per preparare un infuso. Mi piace pensarlo più come un invito a rilassarsi, sgombrare la mente, osservare i problemi come se fossero spettri che si dissolvono nel nulla. E godersi il bello della vita, che è sempre dischiuso davanti ai nostri occhi, se vogliamo vederlo. Foto di Giordano Gobbo.
